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MAGAZINE N.58 | Nuovo progetto software: scegliere Open Source o piattaforma no-code?

A cura di Martin Arborea

Open Source o no-code? Quale scelta strategica per i progetti software di domani 

Le piattaforme no-code guadagnano costantemente terreno sul mercato*, grazie alla loro capacità di accelerare lo sviluppo e semplificare la gestione tecnica delle applicazioni. 
In questo contesto, system integrator e software house si trovano davanti a una decisione cruciale: costruire soluzioni personalizzate partendo da componenti open source, oppure adottare una piattaforma no-code configurabile, erogata in modalità PaaS o SaaS? Più metaforicamente: restare in un porto sicuro o farsi allettare dalle sirene del no-code

* Secondo Business Research Insights, il mercato globale delle piattaforme low-code e no-code, valutato a 32 miliardi di dollari nel 2024, è previsto raggiungere i 207,25 miliardi di dollari entro il 2032, con un tasso di crescita annuale composto (CAGR) del 26,1% – Link alla fonte

Stiamo parlando in particolare di tutte quelle soluzioni che non si configurano come semplici estensioni di un ERP. Ci riferiamo ad applicazioni complesse, che gestiscono informazioni e processi trasversali all’organizzazione e spesso coinvolgono anche stakeholder esterni. Proprio per questa loro natura, richiedono una progettazione e una realizzazione ex novo. 

Ed è qui che ci si trova di fronte a una decisione strategica: sviluppo la soluzione partendo da una base open source personalizzata o adotto una piattaforma collaborativa no-code meglio ancora se erogata in modalità PaaS / SaaS? Ognuno degli approcci ha vantaggi e svantaggi: la scelta non riguarda solo la tecnologia, ma tocca temi strategici come time-to-market, sostenibilità economica, governance IT e competitività del modello di servizio. 

In questo articolo analizziamo vantaggi e compromessi di entrambe le strade, con un’attenzione particolare a chi, come system integrator e software house, progetta e realizza applicazioni complesse per il mercato B2B, affrontando questioni tecniche, operative e non ultimo di mercato. 


Time To Market

Uno dei principali fattori competitivi nel fornire soluzioni software è la velocità con cui possono essere implementate. È vero che l’open source permette una libertà di progettazione totale ma certamente lo sviluppo è più lento: qualunque blocco deve essere progettato, sviluppato e testato.  

Inoltre, la necessità di impiegare un team multidisciplinare e molto specializzato può contribuire ad allungare i tempi di sviluppo. D’altro canto, le piattaforme no-code consentono la modellazione visiva di processi, regole o interfacce utente: ciò consente di sviluppare molto più rapidamente, con una riduzione dei tempi di rilascio fino al 70%*.  In molti casi tale reattività può essere un vantaggio strategico chiave, specialmente in settori in cui il time-to-market è un fattore decisivo. 

* Secondo un’analisi di Forrester, le piattaforme no-code possono ridurre i tempi di sviluppo fino al 70% rispetto ai metodi tradizionali, accelerando la consegna dei progetti e migliorando la competitività sul mercato Link alla fonte

Total Cost Of Ownership (TCO)

L’open source è spesso percepito come un’alternativa più economica perché c’è l’illusione che non ci sia nulla da pagare. Ma questo è solo metà della storia! I costi reali saranno quelli della fase di sviluppo e, soprattutto, il costo di gestione della soluzione: personale tecnico, infrastruttura necessaria, sicurezza, aggiornamenti, adattamenti di manutenzione e correzioni. Costi che ricadono interamente sul partner che si trova a dover affrontare un TCO difficile da calcolare e pieno di incognite.  

In un modello no-code PaaS/SaaS invece, il costo iniziale per affrontare lo sviluppo è certamente più contenuto vista la maggiore velocità di sviluppo legata anche alla logica di configurazione. Ma ancor più interessante sapere che il canone ricorrente include infrastruttura cloud, aggiornamenti automatici, supporto tecnico e SLA garantiti. Questo rende il costo complessivo molto più facilmente prevedibile e scalabile. 

 

Rischi Operativi e Governance IT

Quando si sviluppa e gestisce una soluzione basata su open source, la responsabilità dell’intera catena è in capo al partner. È questo un aspetto che spesso di sottovaluta; oggi, però, gestire sicurezza, privacy, disponibilità del servizio, aggiornamenti e conformità normativa richiede investimenti continui in presidio tecnico e processi IT. Il rischio operativo è elevato: basti pensare alla gestione di vulnerabilità, errori umani, interruzioni del servizio o problematiche GDPR 

Scegliendo un approccio no-code basato su una PaaS molte di queste responsabilità vengono trasferite al fornitore della piattaforma, che peraltro, per la natura del suo business, deve sempre essere ottimamente organizzato per la delivery SaaS, con ambienti gestiti, backup automatici, disaster recovery integrato e supporto continuo.
In definitiva, il canone che nel caso dell’open source si ha l’illusione di risparmiare, in realtà comprende tutta una serie di incombenze che il partner dovrebbe di volta in volta affrontare per ciascun cliente, non potendo contare sulla stessa economia di scala del fornitore della piattaforma no-code. Con l’approccio no-code, il partner può essere liberato dal peso dell’infrastruttura potendo invece focalizzarsi
sull’apporto di valore applicativo e sulla gestione della relazione con il cliente. 


Flessibilità Tecnica e Personalizzazione

Uno dei maggiori punti di forza del modello open source è, naturalmente, la flessibilità assoluta: si può realizzare qualsiasi funzionalità, senza alcun limite imposto da vincoli o caratteristiche di piattaforma. Tuttavia, questa libertà ha un prezzo. Ogni intervento comporta tempo, complessità, rischio di introdurre regressioni o debito tecnico, costi alti. Inoltre, non va trascurato il fatto che personalizzazioni troppo spinte rischiano di compromettere la manutenibilità nel tempo e di legarsi fortemente alle competenze del team. 

Le piattaforme no-code oggi offrono una flessibilità elevata, guidata da logiche di configurazione: non tutto è possibile, ma nella maggior parte dei casi si riesce a modellare efficacemente i processi aziendali, con tempi rapidi e minore esposizione a errori. È una flessibilità orientata alla produttività e alla standardizzazione, ideale per soluzioni replicabili e scalabili. 

Delivery, manutenzione e scalabilità

Nel modello open source il partner deve farsi carico dell’intero ciclo di vita della soluzione: gestione degli ambienti, automazione del deployment, monitoraggio, patching, aggiornamenti, scalabilità. Questo richiede strutture organizzative solide e una capacità di investimento costante. 

Basando l’implementazione su una piattaforma no-code PaaS, la delivery è integralmente gestita e governata dalla piattaforma: ambienti cloud pronti, aggiornamenti regolari e senza impatto, scalabilità automatica. Il partner non si preoccupa degli aspetti infrastrutturali, ma solo della logica applicativa e del miglioramento continuo del servizio. 

 

Reperibilità e formazione delle risorse

Un ulteriore elemento chiave da considerare riguarda le risorse umane. In uno scenario open source, le competenze richieste sono spesso molto variegate e verticali: sviluppatori backend e frontend, specialisti DevOps, esperti di sicurezza, data engineer. Trovare persone già pronte sul mercato è un’impresa sempre più ardua. 

Nel mondo no-code, invece, il paradigma cambia: le competenze richieste sono più orientate alla comprensione dei processi aziendali e alla capacità di modellazione logica. Questo rende più semplice trovare e formare profili anche tra persone con background non strettamente informatico, ampliando il bacino di talenti disponibili e velocizzando i percorsi di crescita.  

Le domande da porsi sono quindi: dove trovo più facilmente le risorse necessarie? Dove riesco a formarle in tempi più brevi? Quanto è critico per me avere un team altamente specializzato rispetto a uno agile e facilmente ampliabile? 

Quale approccio per quale applicazione?

Non tutte le applicazioni si prestano allo stesso modo ai due approcci.
Esistono tipologie di soluzioni che è bene affrontare con l’open source, mentre altre sono naturalmente più adatte all’approccio no-code.
L’open source si rivela particolarmente utile per applicazioni ad alta complessità tecnica, con esigenze di calcolo avanzate, algoritmi personalizzati, integrazioni di basso livello o vincoli di performance stringenti. In questi casi, la possibilità di agire sul codice sorgente è fondamentale per ottenere i risultati voluti. 

Le piattaforme no-code sono invece vincenti nelle applicazioni di tipo documentale, CRM, BPM, workflow approvativi, gestione di processi cross nella organizzazione ed apertura verso stakeholder esterni. In questi contesti, la velocità di sviluppo, la semplicità di aggiornamento e la possibilità di delegare il delivery tecnico sono fattori chiave.  

Inoltre, la natura visuale dell’approccio no-code facilita il coinvolgimento del cliente e riduce il rischio di misunderstanding tra analisi e realizzazione. Capire il tipo di applicazione e il suo grado di personalizzazione nativa è quindi essenziale per scegliere la tecnologia più adatta. Sia forzare un approccio no-code su soluzioni troppo custom, sia affrontare in full custom applicazioni che potrebbero essere realizzate più velocemente e in modo più sostenibile con strumenti visuali sono possibili errori dei quali è bene accorgersene per tempo. 

Tabella di comparazione 

Voce di valutazione 

Open Source Custom 

No-Code PaaS 

Licenza piattaforma 

Gratuita (ma senza supporto) 

Inclusa nel canone  

Costo sviluppo (iniziale) 

Alto: team tecnico, analisi, dev/test/infrastruttura 

Molto basso: modellazione visuale, configurazione 

Tempi di sviluppo 

Lungo (mesi) 

Breve (giorni/settimane) 

Costo cloud / infrastruttura 

A carico del partner (server, sicurezza, backup, DR) 

Incluso nel canone  

Costo ricorrente (manutenzione evolutiva) 

Alto e spesso imprevedibile 

Incluso nel servizio 

Aggiornamenti e patch 

Responsabilità del partner 

Gestiti dal produttore 

Supporto tecnico 

Interno o esternalizzato (a pagamento) 

Incluso nel canone 

Scalabilità 

A carico del partner (investimenti in architettura) 

Gestita dal produttore 

Costi nascosti 

Alti: test, integrazioni, bug fixing, performance tuning, devops 

Quasi nulli: gestione centralizzata 

Rischi operativi 

Alti: downtime, errori umani, sicurezza, GDPR 

Bassi: responsabilità condivisa con il provider 

Flessibilità tecnica 

Totale: tutto è realizzabile con effort elevato 

Alta, ma guidata: configurabilità > codifica 

Delivery 

A carico del partner (es. ambienti, deployment, CI/CD) 

Gestita interamente dal produttore 

Lock-in 

Basso (ma attenzione al debito tecnico) 

Presente, ma compensato da velocità e servizio 

Controllo sul codice e architettura 

Totale (con responsabilità piena) 

Limitato (piattaforma gestita esternamente) 

Conclusione

E’ chiaro ora che la decisione tra open source custom e piattaforma no-code non è solo tecnica, ma strategica: se il core business è costruire e mantenere architetture software complesse, l’open source può rappresentare una scelta vincente; se l’obiettivo è erogare valore in modo scalabile, replicabile e con rischio contenuto, allora lo sviluppo no-code su una PaaS (che mi permette di erogare in SaaS la soluzione) diventa la scelta più efficiente e sostenibile nel lungo periodo. Siamo in un contesto di crescente pressione su margini, velocità e sicurezza ed allora la domanda diventa: 

 

Vogliamo ancora investire nel codice o nella capacità di generare valore attraverso di esso?” 

 

Martin Arborea Jamio openwork

Editoriale a cura di:
Martin Arborea
co-Founder and Marketing & Sales Director Openwork

Academy Jamio openwork

Il percorso formativo per progettisti no-code Jamio 

Academy Jamio

Formare figure capaci di realizzare soluzioni software senza scrivere codice con Jamio.

La Jamio Academy 2025 nasce proprio con questo scopo, offrendo uno spazio formativo strutturato, inclusivo e accessibile, dedicato a utenti e progettisti che vogliono padroneggiare la piattaforma Jamio e abbracciare l’approccio no-code come leva strategica per l’innovazione. 

Un’offerta formativa completa e modulare

La Jamio Academy si rivolge a partner e clienti che intendono formare una o più persone, in grado di affrontare progetti Jamio e/o di saper interloquire efficacemente con il fornitore di un progetto Jamio. La Jamio Academy si poggia su un modello formativo progressivo e concreto, che unisce formazione autonoma, supporto interattivo e training on the job.  

L’obiettivo è abilitare le persone a modellare applicazioni reali, subito utilizzabili, attraverso un linguaggio visivo che semplifica la complessità tecnica. 

Il percorso parte con tre corsi self-training su Udemy: 

Ti presento Jamio – Introduzione ai concetti base e alle funzionalità della piattaforma. 

Gestione contatti – Esercitazione pratica su un caso d’uso reale. 

Gestione offerte – Seconda esercitazione guidata, per consolidare le competenze acquisite. 

Tutti i corsi sono gratuiti e accessibili tramite Udemy previa richiesta di abilitazione ad Openwork.

 

Strumenti e ambienti per mettere le mani in pasta 

Oltre ai corsi, Jamio Academy mette a disposizione tutti gli strumenti per iniziare a progettare: 

• Jamio Composer: lo strumento di modellazione da scaricare gratuitamente. 

• Jamio On Stage: l’ambiente cloud dove eseguire i Jamioware creati. 

• Jamio Admin Console: la console per amministrare la propria area di lavoro. 

È possibile attivare gratuitamente un ambiente cloud su Jamio On Stage valido 60 giorni, per eseguire le esercitazioni proposte ed altro ancora, denominato Jamio Area for Academy. 

 

Un passo in più: formazione avanzata e supporto su misura 

Per chi desidera proseguire oltre il self-training, la Academy offre pacchetti di approfondimento: sessioni presidiate di follow up per chiarire dubbi e verificare quanto appreso, sessioni di training on the job. 

Scarica la guida completa alla Jamio Academy 2025 e scopri tutti i link utili per iniziare subito il tuo percorso!  

Clienti Partner Jamio openwork

Jamio Community Day 2025
L'evento per la community di Jamio fa tappa a Milano

Jamio Community Day Milano

Arriva la seconda edizione dedicata alla Community Jamio: il Jamio Community Day 2025 è l’evento esclusivo pensato per chi ogni giorno contribuisce a costruire innovazione con la piattaforma Jamio openwork.

In programma il 28 maggio a Milano, l’evento sarà condotto dalla giornalista Claudia Rossi di Soiel International e offrirà uno spazio di incontro e confronto tra professionisti, aziende e innovatori che credono nel valore del no-code per semplificare i processi e trasformare il modo di lavorare.

Al Jamio Community Day si parlerà delle tendenze tecnologiche che stanno ridefinendo il ruolo dell’IT nelle organizzazioni, con spazio alle storie reali di trasformazione digitale, nonchè l’evoluzione del ruolo del CIO e la roadmap Jamio per il futuro della piattaforma.

Non mancheranno ospiti d’eccellenza, contributi ispirazionali e momenti di networking per rafforzare il senso di appartenenza a una community che innova ogni giorno.

Il Jamio Community Day 2025 è pensato per chi utilizza Jamio, per chi lo promuove, lo personalizza o lo adotta come leva di trasformazione. Un’occasione per condividere esperienze, fare il punto sul presente e guardare insieme al futuro.

Lowcode nocode Openwork

Forum PA 2025: il contributo di Openwork su "BPM, IA e No-Code per la digitalizzazione della PA"

Forum PA 2025

In occasione del Forum PA 2025, evento nazionale dedicato all’innovazione nella Pubblica Amministrazione, Salvatore Latronico, CEO di Openwork, è intervenuto sul tema “BPM, Intelligenza Artificiale e No-Code per digitalizzare la PA”.

Nel suo intervento, Latronico ha sottolineato come la trasformazione digitale della PA non possa più limitarsi alla semplice informatizzazione dei moduli cartacei, ma debba tradursi in un ripensamento completo dei processi attraverso piattaforme agili, scalabili e accessibili, in grado di rispondere in modo rapido e sostenibile alle esigenze di cittadini e amministrazioni.

A partire da questa visione, è stato presentato un esempio concreto di digitalizzazione di un procedimento amministrativo, in cui un cittadino può compilare e firmare elettronicamente una domanda online, seguirne l’iter istruttorio e ricevere aggiornamenti automatici sullo stato della pratica. Il processo consente lo smistamento intelligente delle richieste, la verifica automatica dei documenti, il coinvolgimento degli attori interni secondo le gerarchie organizzative e l’integrazione con i servizi esistenti della PA, come SPID, PEC e protocollazione.

Il tutto con tempi di realizzazione ridotti, massima tracciabilità e riduzione significativa dell’effort operativo grazie all’impiego di agenti intelligenti che supportano anche le decisioni e le comunicazioni verso l’utente finale.

Una soluzione cloud realizzata attraverso la piattaforma Jamio openwork e che ha permesso ai presenti di “toccare con mano” l’efficacia delle tecnologie no-code a supporto delle organizzazioni che operano nel settore della pubblica amministrazione.

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