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Business Intelligence AI Jamio openwork

MAGAZINE N.60 | Quando i dati parlano: come i processi diventano conoscenza

A cura di Martin Arborea

La Business Intelligence permette di “trasformare” dati grezzi in informazioni utili per prendere decisioni. Grazie alla opportunità di navigare tra i numeri, offre la possibilità di capirne il significato, coglierne i segnali nascosti permettendo di reagire in tempo. Un vero e proprio cambio di prospettiva: dal semplice monitoraggio all’azione consapevole e tempestiva.

Fino a qualche anno fa questo tipo di analisi si facevano mediante report disponibili in lunghi documenti cartacei e/o fogli Excel statici quasi sempre riferiti a “dati” non aggiornati.

Oggi unendo strumenti come Microsoft Power BI ed una piattaforma che gestisce i processi come Jamio openwork, si possono ottenere cruscotti interattivi e dinamici, aggiornati in tempo reale con le informazioni dei propri processi in esecuzione. L’informazione diventa un vero asset, sempre disponibile e contestualizzata.

E questo permette di decidere in fretta e con consapevolezza cosa che può fare la differenza tra rimanere competitivi o perdere terreno.

Ed ecco perché sempre più sono le organizzazioni che hanno fatto la scelta strategica di dotarsi di un modello operativo che unisce automazione dei processi e analisi dei dati in un unico sistema integrato.

Molte le aziende che stanno facendo automazione adottando piattaforme no-code o low-code per modellare i propri processi aziendali con l’obiettivo di standardizzare, velocizzare, rendere tracciabili attività che prima si disperdevano tra email, fogli Excel, o gestionali scollegati. Ma per far emergere il vero valore ossia cominciare a far parlare quei processi ed a generare dati strutturati che possiamo raccogliere, analizzare e interpretare dobbiamo integrare strumenti di Business Intelligence.

Interessante considerare che ci sono due macro-tipologie di dati che possono alimentare i cruscotti: la prima è quella dei dati caratteristici del caso di business che si sta gestendo. Ad esempio, se ho automatizzato un processo per l’emissione delle offerte, avrò a disposizione tutti i dati relativi alla pipeline commerciale ed a quanto correlato. Ma contestualmente ogni processo digitalizzato lascia dietro di sé delle tracce: un flusso di dati che racconta come si muove l’organizzazione per portare avanti quanto previsto in quel processo. E quindi mentre lavoro sui dati caratteristici automaticamente se ne raccolgono altri che mi permettono di rispondere a domande come queste: dove si concentrano i colli di bottiglia? Quali sono i tempi medi di risposta? Quale team ha performance migliori?  E tutto ciò può portare ad un re-engineering dei processi basato su un’osservazione sul campo.

In definitiva quando automazione dei processi e BI sono integrate, l’azienda si dota di un vero e proprio sistema nervoso digitale ove:

  • i processi agiscono: eseguono attività, attivano notifiche, raccolgono informazioni, interagiscono con gli utenti e con i sistemi;

  • i dati raccontano: ogni passaggio viene tracciato, contestualizzato, storicizzato;

  • la BI interpreta: tutta la mole di dati, convertita in dashboard, grafici, alert, insight diventa fonte di informazione e conoscenza;

  • le persone decidono: non più solo sulla base dell’urgenza o dell’esperienza, ma con il supporto della conoscenza.

Un sistema ove l’intelligenza è distribuita: non solo nei vertici aziendali, ma in ogni funzione operativa che può accedere a strumenti di analisi semplici, interattivi, personalizzabili.

 

Alcuni esempi concreti

  • In un processo di gestione delle richieste clienti, i dati possono evidenziare tempi medi di risposta, categorie più frequenti, trend stagionali;

  • In un flusso di gestione fornitori, è possibile monitorare SLA, puntualità delle consegne, e performance per tipologia di fornitura;

  • Nei processi legati alla compliance, la BI consente di mantenere sotto controllo scadenze, anomalie e indicatori di rischio.

 

Conclusione

Sono queste le considerazioni che hanno portato alla nascita di un nuovo connettore Jamio: quello con Microsoft PowerBI. Il suo rilascio a prodotto è previsto entro la fine del 2025 ma già diversi partner e clienti stanno utilizzando dei prototipi.

Mentre l’automazione dei processi rende il lavoro più efficiente (specie quando affrontata con una tecnologia no-code) la BI integrata lo rende più intelligente. La loro integrazione consente alle organizzazioni di affrontare la complessità con lucidità, valorizzando al massimo il potenziale dei propri processi. E permettendo di iniziare a guardare ai processi non solo come flussi da eseguire, ma come fonti di conoscenza da interrogare.

Martin Arborea Jamio openwork

Editoriale a cura di:
Martin Arborea
co-Founder and Marketing & Sales Director Openwork

Clienti Partner Jamio openwork

Cloud e AI: la coppia che trasforma l’impresa (e apre la strada al no-code)

Jamio openwork e Politecnico di Milano Osservatorio

Dal Politecnico di Milano uno sguardo ai trend del cloud in Italia: perché il no-code non è più un’opzione, ma una direzione strategica

All’ultimo Jamio Community Day, Luca Dozio – Ricercatore Senior dell’Osservatorio Cloud Transformation del Politecnico di Milano – ha portato sul palco una visione nitida: il cloud non è più solo un’infrastruttura, è il motore silenzioso della trasformazione digitale, e oggi più che mai la piattaforma ideale per sperimentare e adottare soluzioni che portano innovazione.

Il mercato italiano del cloud sta vivendo un’accelerazione straordinaria. Nel 2024 ha raggiunto i 6,8 miliardi di euro, con una crescita del 30% sul solo segmento Public & Hybrid Cloud. Numeri che colpiscono non solo per l’entità, ma per la direzione: per la prima volta, la spesa in Infrastructure as a Service (IaaS) ha superato quella in SaaS, crescendo del 42%. Un segnale chiaro che le imprese italiane stanno diventando più mature nell’uso del cloud, spingendosi verso modelli più avanzati e personalizzabili.

Ma ciò che rende il cloud davvero strategico è il suo rapporto simbiotico con l’AI. Secondo l’Osservatorio, l’87% delle grandi imprese italiane sviluppa soluzioni di intelligenza artificiale proprio in cloud, affidandosi sempre più a modelli “as-a-service”, sia per iniziare a sperimentare (con SaaS verticali) sia per costruire soluzioni proprietarie (con PaaS e IaaS). E mentre l’AI sfrutta la potenza flessibile del cloud, il cloud si affida all’AI per migliorare se stesso, dalla gestione dinamica delle risorse all’automazione del coding e al monitoraggio della sicurezza.

In questo scenario di forte evoluzione, emerge un trend che riguarda da vicino il mercato nel quale si muove Jamio: l’IT composability. Le imprese cercano sempre più di costruire ecosistemi digitali agili, integrando componenti da diversi provider per comporre soluzioni su misura. È qui che entrano in gioco i paradigmi low-code e no-code, che consentono di realizzare applicazioni in modo rapido, senza scrivere codice o con competenze tecniche minime.

Come ha sottolineato Dozio, il no-code rappresenta una risposta concreta alla crescente esigenza di collaborazione tra business e IT: da un lato abilita gli utenti di business a partecipare attivamente alla digitalizzazione, dall’altro permette ai team tecnici di concentrarsi su attività più complesse e strategiche. Ma con una grande attenzione ad una governance IT solida per evitare il rischio della proliferazione di “shadow IT” difficili da controllare.

Un ulteriore dato su cui riflettere: il 24% del parco applicativo delle grandi imprese italiane è già containerizzato, un passo verso l’indipendenza dai fornitori e una maggiore portabilità dei servizi. Il cloud, insomma, non è più un punto di arrivo, ma una piattaforma abilitante per innovare con intelligenza e consapevolezza.

Un intervento ricco di spunti che è possibile approfondire scaricando le slide complete presentate da Luca Dozio, con tutti i dati e i grafici dell’Osservatorio Cloud Transformation.

Lowcode nocode Openwork

Anche ad agosto, il servizio di assistenza clienti di Openwork non va in vacanza!

Customer service Jamio openwork

Le vacanze sono vicine, tuttavia il Customer Service di Openwork rimane sempre operativo per garantire supporto puntuale e continuativo a clienti e partner, anche durante il periodo estivo.

Quindi che tu stia pianificando nuove attività o semplicemente gestendo lavoro ordinario, puoi contare sulla nostra assistenza ogni giorno e in qualunque momento dell’anno, anche in estate.

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