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Tools Low-Code / No-Code: quale valore nella tua organizzazione

MAGAZINE N.41 | Tools Low-Code / No-Code: quale valore nella tua organizzazione

Parlare oggi di tecnologie che permettono di sviluppare software con approccio low-code e no-code, vista la sempre più grande offerta disponibile,  comincia a diventare dispersivo. 

Se poi chi approccia la tematica è spinto non più da sola curiosità informativa ma, per il ruolo che ricopre nella organizzazione, dalla necessità di prendere decisioni ed operare una scelta,  allora diventa obbligatorio capire come orientarsi nel variegato panorama dell’offerta.

Un criterio guida può essere cominciare dalla domanda: quali sono le motivazioni per cui mi ritrovo ad operare una scelta, quali esigenze spingono a cercare e scegliere un approccio low-code / no-code?

In ambito Enterprise abbiamo potuto rilevare che le principali spinte sono legate a tematiche come:

  1. Skills Mismatch
  2. Time To Market
  3. Process Automation
  4. Rapid Prototyping

Skills Mismatch

Ci stiamo oramai abituando sempre più a sentire parlare di Skills Mismatch, ovvero la discrepanza tra le competenze e le abilità che le persone possiedono e quelle richieste dal mercato del lavoro, e questo è ancora più evidente quando si parla di ICT e di digitalizzazione. Ad esempio i programmatori sono diventate risorse rare e preziose. Può essere proprio questo uno dei driver che sta spingendo la tua organizzazione, che necessita di risposte, ad orientarsi verso le tecnologie di sviluppo  low-code no-code, visto che consentono a persone con skill non necessariamente di tipo tecnico o di programmazione di partecipare al processo di sviluppo del software. Questo amplia il pool di persone che possono contribuire alla creazione delle applicazioni, creando anche una nuova professionalità che Gartner, diversi anni fa, ha chiamato Citizen Developer.

Time to Market

Il time to market diventa criterio importante quando la velocità con cui arrivo al risultato è fondamentale nella realizzazione ed evoluzione dei servizi digitali. Rendendo disponibili per i Citizen Developer componenti predefiniti, interfacce visuali intuitive, possibilità di riuso, integrazione agevole e semplificazione del ciclo di sviluppo e del ciclo di vita, le tecnologie di questo tipo mettono un boost alla realizzazione delle applicazioni aziendali

Process Automation

L’automazione dei processi è oggi il must per mantenere la competitività, cosa che comporta necessariamente operare su Aumento dell’Efficienza e Produttività, Riduzione degli errori e miglioramento della qualità ed Ottimizzazione delle Risorse con riduzione dei costi

Argomenti che riportano in tanti  ma che, paradossalmente, sono ancora una spina nel fianco non solo della PMI, ma anche di numerose grandi organizzazioni. Queste, infatti, ancora oggi hanno molti processi core sostenuti da  buona volontà e prassi di persone che si muovono febbrilmente ricucendo informazioni tra più sistemi ed operando con strumenti di produttività individuale (Word, Excel, e-mail in primis). Tale problematica è certamente comune anche a coloro che operano nella Pubblica Amministrazione.

Rapid Prototyping

L’approccio low-code/no-code è utilizzabile in maniera estremamente efficace per il Rapid Prototyping di una soluzione software in ambito enterprise. 

Infatti, consentendo una rapida creazione e iterazione di prototipi funzionali e favorendo il coinvolgimento degli stakeholder (compresi clienti e utenti finali), nel processo di sviluppo ci si assicura che il prototipo risponda realmente alle esigenze degli utenti, aiutando le organizzazioni a testare e validare le idee in modo efficiente, riducendo i costi e accelerando il processo di sviluppo.

Il risultato di un Rapid Prototyping può essere portato in esercizio AS IS oppure essere considerato il punto di partenza, ovvero una perfetta rappresentazione degli user requirements, per procedere con uno sviluppo tramite altre tecnologie.

Le spinte appena dettagliate devono poi essere incrociate con un altro aspetto che guarda all’ambito applicativo / funzionale per il quale si sta procedendo con la scelta.

Può essere di aiuto la classificazione prodotta da PwC in un recente intervento fatto al Jamio Community Day ove si parlava dei seguenti ambiti:

  • Applicazioni Enterprise di Orchestration
  • Applicazioni Enterprise UI Oriented
  • Tools di Produttività Individuale
  • Domini specifici (Trouble Ticketing / CRM / Data Management / etc…)

Per una chiara classificazione delle tecnologie low-code e no-code, può essere utile consultare lo studio effettuato da PwC .

Se, come sembra, l’adozione di tecnologie di sviluppo low-code e no-code è diventata un imperativo per molte organizzazioni, occorre sempre ricordare che ogni innovazione tecnologica è una risorsa preziosa, ma solo quando è ben indirizzata e applicata strategicamente.

Non guardiamo dunque solo all’aumento dell’efficienza ed alla riduzione dei costi ma anche alla possibilità che ci è offerta di aiutarci a  trasformare le nostre idee in realtà.

Con un’attenzione strategica e un focus ben definito possiamo sfruttare pienamente il potenziale che queste piattaforme offrono per migliorare il futuro delle nostre organizzazioni.

Business case Jamio openwork

Il contributo di Jamio alla gestione del rischio Clinico

Risk management piattaforma lowcode nocodeIl rischio clinico rappresenta un concetto fondamentale nel contesto della sicurezza e della qualità nell’ambito della fornitura di servizi sanitari. Si riferisce alla probabilità che un soggetto possa subire danni, lesioni o errori durante la diagnosi, il trattamento o la gestione delle proprie condizioni mediche.

Le cause che possono determinare un rischio sono quasi sempre il risultato di problematiche di natura organizzativa, piuttosto che isolate, pertanto, è opportuno mettere in atto un processo integrato che coinvolge l’intera struttura sanitaria, dal personale clinico all’amministrazione, allo scopo di garantire la massima sicurezza del paziente e il miglioramento continuo della qualità delle cure, tale pratica è identificata come “gestione del rischio” o Risk Management.

Più precisamente la gestione del rischio clinico sanitario si riferisce all’insieme di attività e processi che vengono implementati per identificare, valutare e gestire i rischi associati all’assistenza sanitaria; ciò include l’analisi dei rischi potenziali, la creazione di piani d’azione per prevenire o gestire eventuali incidenti, la formazione del personale, la valutazione continua delle pratiche cliniche per garantire la sicurezza dei pazienti e la promozione di una cultura di sicurezza aperta in cui gli errori vengono affrontati come opportunità di apprendimento anziché come colpe individuali.

L’obiettivo della gestione del rischio clinico sanitario è quello di ridurre al minimo la possibilità di errori e incidenti, e di Migliorare qualità, sicurezza e appropriatezza delle prestazioni sanitarie con procedure atte a identificare e prevenire circostanze che potrebbero esporre un paziente al rischio di eventi avversi.

La gestione del rischio clinico sanitario è sostenuta da una serie di leggi e adempimenti, regolamenti e linee guida nazionali ed internazionali volti a promuovere la sicurezza del paziente.

Di seguito un quadro sintentico di quelle principali:

1) OMS – Global patientsafety action plan 2021-2030
2) Intesa Stato Regioni Marzo 2008
3) D.M. Dicembre 2009
4) Legge 24/2017

Ma come il Risk manager e l’azienda sanitaria possono traguardare al meglio i loro obiettivi?

L’insieme della attività di gestione del rischio clinico può essere notevolmente supportata, facilitata e rafforzata, da sistemi informatici di Clinical Risk Management che orchestrano attività, processi e dati.

I vantaggi che derivano dall’adozione di tali sistemi sono di seguito sintetizzati:

  • Assolvimento degli obblighi normativi
  • Miglioramento continuo della qualità, sicurezza ed appropriatezza delle attività erogate
  • Riduzione sui costi per eventuali cause legali
  • Risparmio sulle tariffe di assicurazione

 

Per esempio le strutture del SSN devono comunicare al SIMES i dati relativi agli eventi sentinella e ai sinistri e tale attività è onerosa, così come devono dimostrare a terzi che sono state messe in atto procedure organizzative di governo degli eventi avversi, o ancora, avere elementi di negoziazione per ridurre il premio assicurativo. Ma ancor più devono gestire processi, mettendo in atto nel modo più efficace possibile le attività di definizione di azioni, verifica e miglioramento.

Piattaforme di sviluppo applicativo come Jamio si prestano alla realizzazione di sistemi informatici di Clinical Risk Management, ed in particolare danno la possibilità di coprire le seguenti funzionalità:

  • Gestione delle Segnalazioni
    • Inserimento e validazione
    • Segnalazione di eventi avversi da farmaci e vaccini (ADR)
    • Segnalazione infezioni collegate alle pratiche assistenziali (ICA)
    • Segnalazione trigger ostetricia e ginecologia
    • Segnalazione evento su dispositivo medico
    • Segnalazione evento su donazione organi
    •  
  • Gestione Eventi
    • Qualificazione e classificazione
    • Analisi cause e fattori (Root Cause Analisys)
    • Gestione audit
    • Gestione Piano di Azione (azioni correttive e preventive, indicatori e misure)
    •  
  • Prevenzione
    • Gestione Piano Annuale per la Sicurezza delle Cure (azioni, indicatori e misure)
    • Gestione in qualità (ISO 9001:2015) delle informazioni documentate e registrazioni correlate
    • Archivio procedure, protocolli e linee guida
    • Gestione audit interni
    • Gestione audit strutture accreditate
    •  
  • Gestione check-list, scale di valutazione e questionari
    • Creazione e versionamento modelli
    • Definizione del piano di distribuzione
    • Distribuzione e raccolta
    •  
  • Gestione contenzioso e sinistri
    • Gestione fascicolo sinistri
    • Gestione delle attività del Comitato Valutazione Sinistri
    • Supporto alle attività dell’Ufficio affari legali
    •  
  • Gestione di documenti in qualità
  • Audit sulle strutture sanitarie accreditate
  • Monitoraggio sulla gestione del rischio, contenzioso e sinistri

 

Per maggiori approfondimenti https://www.crikhet.com/

Academy Jamio openwork

Il catalogo formativo Jamio openwork

Catalogo formativo Jamio openwork

Sempre più diffusa è la richiesta di figure professionali che, con poca esperienza tecnica dello sviluppo software, possano essere attori attivi nella creazione di soluzioni digitali. Tale figura prende il nome di Citizen Developer.

Openwork, con l’obiettivo costante di contribuire alla formazione di queste figure e di ottimizzare la curva di apprendimento della piattaforma Jamio openwork, ha predisposto nuovi percorsi formativi descritti in un apposito catalogo formativo.

Tale proposta formativa è costituita da ben 12 moduli che possono essere combinati tra loro al fine di permettere alle figure coinvolte di concentrarsi sulle competenze di cui hanno effettivamente bisogno.

Queste le principali caratteristiche dei percorsi proposti nel catalogo:

Formazione ibrida
I moduli possono essere erogati sia in aula sia in modalità online, in videoconferenza, al fine di permettere una migliore interazione tra docenti e partecipanti;

Pluralità di figure coinvolte
Il catalogo non è rivolto ai soli Citizen Developer o agli sviluppatori professionisti, ma anche figure commerciali, affinché possano imparare a trasmettere la proposizione di valore dell’approccio no-code;

Aggiornamento costante dei contenuti
Il catalogo formativo Jamio openwork tende ad essere dinamico e in costante aggiornamento, permettendo ai partecipanti di essere sempre al passo con le ultime tendenze, soprattutto nei settori innovativi come la tecnologia, dove nuovi argomenti e strumenti emergono continuamente;

Competenze trasversali
Il catalogo formativo pone l’attenzione, oltre alle specifiche competenze del settore in cui opera il partecipante, anche alle competenze trasversali quali comunicazione più efficace, pensiero critico, versatilità e resilienza nei contesti lavorativi.

Clienti Partner Jamio openwork

ALDIA: la testimonianza di Elisa Saragaglia

Lowcode nocode Openwork

Chatbot transazionale nella gestione commesse. News dalla collaborazione Openwork / Politecnico di Bari

Filippo Troiani Jamio openwork

Si è conclusa con successo un’ulteriore attività nell’ambito della pluriennale collaborazione Openwork / Politecnico di Bari: facciamo le nostre congratulazioni a Filippo Troiani, già in forza in Openwork, che ha completato il suo percorso di studi conseguendo la laurea in Ingegneria informatica dell’automazione con una tesi dal titolo “Progetto ed Implementazione di un chatbot transazionale come interfaccia In flussi di lavoro documentali”.


“Mi era stato affidato il compito di integrare, nella gestione dei processi Jamio, un chatbot in grado di interagire, in completa automazione e simulando la presenza di un operatore, con diversi attori di processo. Ho scelto un business case di reale interesse applicativo e di attualità, quello della gestione dei numerosi stakeholder coinvolti nella gestione di una commessa, ad esempio, le aziende subappaltatrici ed i loro numerosi collaboratori”

La tesi tratta l’integrazione di un chatbot transazionale all’interno di sistemi documentali e di business process management.
Lo studio di fattibilità ha riguardato tutti i principali servizi di messaggistica, analizzato i loro punti di forza, le loro funzioni e l’adattabilità ai casi d’uso definiti ovvero:

• inviare avvisi e comunicazioni ad utenti specifici o a canali broadcast;
• porre domande aperte o chiuse ed ottenere risposte ed informazioni;
• raccogliere contributi anche multimediali (foto, video, documenti, ecc.)

Si è realizzato un prototipo che ha permesso di testare l’erogazione di attività di audit periodici ed automatizzati, ad esempio per la verifica delle condizioni di sicurezza o per controlli sullo stato di avanzamento delle attività.

La collaborazione imprese università, in cui Openwork da sempre scommette continua a dare i suoi frutti: il prototipo è attualmente in valutazione nell’area R&D di Openwork per eventuali future integrazioni e sviluppi.
Stay tuned!

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